Anno Domini MCDLXIV, al tempo della luna di neve
In questi dì si tenne in Città la solenne Sagra della Discrezione, indetta per celebrare l’indole temperata de’ cittadini, ché sempre rispondono a ogni domanda con “abbastanza” et “discretamente”.
La piazzetta del Custode fu ornata di festoni grigi, di ceri smorti e di nastri color cenere, ché così conviene a un popolo misurato. Le bancarelle offrivano vivande di pari sobrietà: minestre tiepide, pani raffermi “quanto basta”, et vino annacquato in giusta proporzione.
Gran fu l’attrazione del dì: la gara del sospiro più lungo, ove i partecipanti, a turno, doveano sospirare con maggior grazia et durata. Vinse messer Odoardo Manfrina, che con un sospiro di sette minuti et mezzo fece svenire due dame e spense tre ceri votivi.
Non mancò la disfida degli sguardi abbassati, in cui li giovani della Città si sfidarono a fissar le proprie scarpe per ore. Il vincitore, un tal Girolamo delli Ratti, riuscì nell’impresa per quasi un giorno intero, perdendo però la scarpa sinistra.
Il Cardinale Tettabella, presente all’evento, si compiacque, dichiarando: “Questa è la vera forza del nostro popolo: vincere senza clamore, gioire senza rumore, vivere senza ardore.”
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