Taverna Poesia
Taverna Poesia è il cuore segreto della Città Bassa, un luogo sospeso tra realtà e immaginazione, dove la birra si mescola alle parole e ogni incontro diventa una storia da raccontare.
Achille, scrittore di epitaffi per animali che hanno attraversato la soglia della vita, vive tra discrezione e silenzi, finché la magia di un locale popolato da personaggi eccentrici, torri del vento e una milonga sotto la neve, non lo conduce alla scoperta più profonda: sé stesso.
Un romanzo che esplora la forza fragile delle radici, l’ironia della storia e la poesia che resiste in ogni vita, anche la più discreta.
Una storia di amicizia, incontri improbabili e scoperte interiori, in cui anche le crepe della vita possono rivelarsi la vera bellezza.
Prologo
"Ho l'erre moscia, da poco intendo. È iniziato tutto come uno scherzo, una sfida tra me e Guai. «Smetto quando voglio» le dicevo. «Te ne innamovevai» rispondeva lei.
Guai aveva ragione.
È che ho sempre ragionato per differenza, sono fatto così. Le mie valutazioni non hanno mai contemplato una matematica complessa. Sono semplice, in fondo. Ma mi è bastato assaggiare un "pev dinci", bermi una "caipivoska" e la mia sobrietà innata si è dissolta, immediatamente.
«Camevieve! Una bivva, anzi, due.»
Ora, preferisco aggiungere."
Un assaggio del capitolo 5: Taverna Poesia
La Taverna Poesia non ha un’insegna degna di questo nome: solo una tavola di legno sbiadita, appesa storta sopra la porta, come se avesse alzato un sopracciglio di fronte a chi si avvicina, con lettere irregolari dipinte in un blu che il sole e la salsedine hanno reso quasi grigio. Eppure, tutti in città sanno dov’è.
È il cuore pulsante della Città Bassa, a due passi dal molo, incastonata tra due vecchi edifici, affacciata sulla Piazzetta del Custode, e le sue finestre, nelle sere d’inverno, emanano una luce calda che sembra promettere conforto a chiunque varchi la soglia.
Dentro invece è un altro mondo. L’aria profuma di luppolo, di legno vecchio e di sale marino portato dal vento. Bottiglie di birra, tutte con etichette diverse e stravaganti, occupano scaffali come trofei conquistati in spedizioni lontane. La luce è calda, filtrata da lampade ambrate che riflettono il colore della birra nei bicchieri.
Lì, dietro il bancone, c’è Osvaldo. [...]
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