La Città
La Città non chiede mai di essere guardata, eppure è impossibile non vederla. Sale dal mare per arrampicarsi poi sul colle, come una preghiera antica.
Nella Città Bassa i passi risuonano sull’acciottolato bagnato, tra reti stese ad asciugare e portoni che scricchiolano al vento. È un cuore che pulsa piano, con discrezione, senza mai pretendere troppo.
La Città Alta, invece, sembra sospesa. Le case si stringono l’una all’altra in un abbraccio reciproco e dalle finestre cadono luci tremolanti, che danno vita e anima alle viuzze strette.
E quando la neve arriva, la Città diventa sogno. I vicoli si fanno pagine bianche, i tetti si piegano sotto il silenzio, il porto si acquieta. Solo alla Taverna Poesia resta un bagliore caldo, promessa di un rifugio, di un bicchiere birra, di una voce che non lascia soli, di una poesia.
La Città non è speciale. Non vuole esserlo. Ed è proprio lì, in questa misura discreta, che io riconosco me stesso.
[Achille]
La Città Bassa
Piazzetta del Custode
Qui si fronteggiavano gli edifici più importanti: l’ex Broletto, oggi ribattezzato Palazzo del Dubbio, al cui interno c’è la Biblioteca cittadina; la Vescovada, sede del potere ecclesiastico; la Taverna Poesia; il piccolo ma ingombrante Pub Tettabella e i piccoli negozi di souvenir, che espongono calamite, cartoline e vecchie incisioni del porto.
Il porticciolo
Un centro importante della vita quotidiana: pescherecci, barchette, reti, gabbiani. È qui che si mescolano i profumi del mare e delle cucine popolari.
Via del Molo
Strada costeggiata da vecchi capannoni riconvertiti in botteghe e magazzini. Una via viva, con bancarelle improvvisate e il brusio dei mercanti.
Via Grande (detta “la Via”)
Strada principale, che taglia la Città e ospita botteghe antiche, davanzali fioriti e pergolati. È qui che spesso si svolgono le passeggiate più poetiche.
Palazzo del Dubbio (ex Broletto)
Antico centro del potere politico, oggi simbolo di una storia grottesca, con la leggenda del Podestà Perspicio. Appoggiata all’edificio c’è La Torre dell’Orologio – vecchia torre campanaria che scandisce il tempo con rintocchi solenni e lievi, ascoltati dai cittadini come una carezza più che come un comando.
La Biblioteca Civica
Annessa al Palazzo del Dubbio è un luogo austero e silenzioso, rifugio di studiosi e sognatori. Custodisce testi dimenticati e cronache bizzarre, come quelle di Bartolomeo Delle Macchie.
Palazzo del Vescovo
Conosciuto come la Vescovada, per ferma volontà del vecchio Cardinal Tettabella.
Taverna Poesia
Locale che si affaccia sulla Piazzetta del Custode, dall'insegna in legno piegata di lato e la scritta blu, che il sole e la salsedine a reso quasi grigio, e la lanterna che illumina l’ingresso. Rifugio di parole, poesie, risate e incontri inaspettati.
Pub Tettabella
Piccolo e chiassoso bar, concorrente della Taverna Poesia, che si affaccia sulla Piazzetta del Custode.
Negozi di souvenir
Locali che arricchiscono e completano la Piazzetta, nonostante la Città non abbia una vocazione turistica.
La Città Alta
La Casa di Achille
Modesta, ordinata, con finestre che danno sui vicoli della Città Alta, affacciandosi sul Vico Rampetta. Un rifugio pieno di appunti, bozze e fotografie.
Il Giardino dei Silenzi
Un piccolo chiostro abbandonato, nascosto tra due edifici, dove crescono erbe selvatiche e il vento suona come un flauto. Luogo ideale per incontri segreti o riflessioni intime.
La Scala Maggiore
Percorso a gradini che collega la Città Bassa al Palazzo Meningeo al mare, attraverso un percorso tortuoso. Nei giorni tersi, lungo la scalinata, guardando verso il mare, si possono scorgere tramonti spettacolari.
Palazzo Meningeo
Abitazione, anzi, Palazzo, del vecchio signore della Città, sede istituzionale di eventi e mostre cittadine.
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