Beppe e Vinetta, “Il Garand e la minestra”

Pubblicato il 16 ottobre 2025 alle ore 13:35

Il Garand e la minestra

La cucina odorava di cipolla soffritta. Vinetta mescolava lentamente la minestra, mentre Beppe, seduto al tavolo con il suo Garand finto appoggiato alla sedia, borbottava.

 

Beppe: «Sai, Vinetta, se ci fosse da difendere la Città, questo Garand sarebbe pronto.»

Vinetta (senza alzare lo sguardo): «Pronto a che? A far ridere gli assalitori?»

Beppe: «Non ridere, donna. Ha spaventato più ladri questo pezzo di legno che certe guardie in carne e ossa.»

Vinetta: «E infatti i ladri non sono più venuti… ma forse solo perché sanno che gli offro la minestra.»

 

Beppe aggrottò le sopracciglia, ma gli occhi si illuminarono.

Beppe: «La tua minestra è un’arma segreta, questo è vero. Può convertire anche il nemico più feroce.»

Vinetta (sorridendo): «Allora smettila di lucidare il tuo Garand e vieni a sederti. O ti metto il fucile nel piatto, così lo mastichi meglio dei crostini.»

 

Beppe sospirò, posò l’arma accanto alla sedia e si accomodò.

Beppe: «Sai, Vinetta… tu mi prendi sempre in giro. Ma senza di te io non avrei niente da difendere.»

 

Lei gli accarezzò la mano con dolcezza, poi con tono sbrigativo:

Vinetta: «E allora difendimi lavando i piatti, stanotte.»

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